Economia e Sviluppo
Nel corso del 2020, con l’azione incisiva della nuova Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen, sostenuta dal Parlamento europeo, abbiamo visto entrare nella agenda politica progetti portati avanti da tempo dal CSF, a partire dallo European Green Deal. Un trend che è stato rafforzato dalle risposte, per molti versi epocali – a partire da Next Generation EU (NGEU) –, messe in campo per contrastare gli effetti economici della pandemia. Trova così sostanza l’idea di un grande piano pluriennale d’investimenti europei per la “doppia transizione”, ecologica e digitale, finanziato con indebitamento europeo (con scadenze trentennali) e con la introduzione di nuove risorse proprie.
Nella nuova fase, il CSF intende concentrarsi sia sul rafforzamento delle opportunità offerte dai nuovi strumenti sia sul ripensamento di alcuni di quelli già in essere. Nel 2021 si punterà quindi ad approfondire le caratteristiche e l’impatto che potranno avere sia la creazione di un debito europeo sia l’introduzione di imposte europee. Il confronto sarà fra chi considera le misure di NGEU transitorie ed eccezionali, in risposta a uno shock temporaneo come il Covid-19, e chi invece le vede come un passo nella direzione di una capacità fiscale permanente dell’Unione, ovvero di un’Unione fiscale: un tema che sarà probabilmente al centro dell’attesa Conferenza sul futuro dell’Europa. Proprio per questo sarà importante mantenere la centralità istituzionale del bilancio pluriennale dell’Unione e focalizzarlo sulla produzione di “beni pubblici europei” (capitale umano, sanità, ricerca, difesa, gestione delle migrazioni), dotandolo appunto di risorse adeguate.
Il CSF si è impegnato in questi anni sul tema dello sviluppo ecologicamente sostenibile, nel quadro della lotta ai cambiamenti climatici, che trova ora nel Green Deal e in NGUE due pilastri fondamentali. Il CSF ha insistito sull’importanza di definire un adeguato prezzo del carbonio (carbon pricing), anche sotto forma di “imposta sul carbonio alla frontiera” (carbon border adjustment), che la Commissione von der Leyen sta per tradurre in proposta legislativa. Ma sono molti i tasselli da comporre per la decarbonizzazione dell’economia. Le città sono chiamate a svolgere un ruolo chiave nella “transizione ecologica”, ruolo che potrebbe essere sostenuto finanziariamente attraverso una ridefinizione degli obiettivi del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES). Inoltre, l’Ue dovrebbe dotarsi di una struttura federale (sul modello della NASA americana in campo spaziale) che possa concentrare ricerche e investimenti sulla transizione energetica. In questo senso, il CSF intende esplorare la possibilità di dare vita a una Comunità Europea per l’Energia e l’Ambiente, che potrebbe nascere da una ridisegno della mission dell’Euratom.
Per quanto riguarda la dimensione esterna, il CSF considera prioritaria per l’Ue la definizione di un piano di sviluppo con l’Africa. Già la Commissione Juncker aveva varato un primo Piano Europeo per gli Investimenti Esterni, per interventi nei paesi dell’area africana. La Commissione von der Leyen ha ribadito l’importanza per l’Ue di un partenariato con l’Africa, tanto più di fronte alla sfida del Covid-19. Dal continente africano arrivano segnali importanti, con il ruolo crescente dell’Unione Africana (che ha anche allo studio la creazione di un’area monetaria comune) e con la prevista nascita di un’Area africana di libero scambio (AfCFTA). Il CSF si propone di approfondire sia i possibili settori prioritari d’investimento (a partire da energia e acqua, in connessione con il Green Deal europeo) sia il quadro istituzionale di riferimento, incentrato sull’Unione Africana.
Per quanto riguarda altre due componenti fondamentali per la dimensione economica esterna dell’Ue, quali il commercio internazionale e la moneta, si rimanda alla sezione Governo della Globalizzazione.